Catechesi di P. Serafino M. Lanzetta, tenuta a Radio Buon Consiglio l’8 giugno 2020.

È proprio vero che ciò che conta è la sostanza e non la forma nel ricevere la S. Comunione? L’Eucaristia è il Corpo di Cristo, perciò anche il mio corpo deve assumere le fattezze del Corpo immolato del Signore per essere degno di riceverlo. Inginocchiato e ricevendo la Comunione in bocca, esprimo l’abbassamento del Verbo che si fa carne per farsi pane. Tutte le possibili obiezioni che si muovono alla Comunione in bocca e in ginocchio sono riassumibili in un’idea teologica di fondo che equipara la S. Messa all’Ultima Cena. Di qui l’autorizzazione a prendere e a mangiare. La S. Messa, in verità, non ripresenta l’Ultima Cena, ma il Sacrificio della Croce, istituito nella «notte in cui il Signore veniva tradito», quale sacrificio visibile dell’offerta che Cristo fa di Se stesso sul Calvario una volta per tutte. Se l’Ultima Cena non è l’istituzione memoriale del Sacrificio dell’Agnello, la Croce è una mera esecuzione di un condannato a morte.

Buona visione!

Video-catechesi di P. Serafino M. Lanzetta sull’unità del Mistero Pasquale di Cristo e sulle conseguenze derivanti da un’arbitraria separazione della Passione e Morte dalla Risurrezione.

Il Mistero Pasquale di Gesù – la Passione, Morte e Risurrezione – è un tutt’uno e va considerato sempre nella sua inscindibile unità. La Croce senza la Risurrezione sarebbe la mera esecuzione di una condanna a morte, come la Risurrezione senza la Croce una gloria senza la redenzione, un successo senza la sofferenza. La tentazione più ricorrente e all’ordine del giorno è quella di separare la Risurrezione dalla Croce: una sorta di emancipazione pentecostale della Chiesa. Ciò ha ripercussioni rovinose in teologia e nella vita liturgica della Chiesa. Si pensi alla Messa, il più delle volte intesa come mero convivio e non più sacrificio dell’Agnello divino, da cui scaturisce la Comunione con Lui. La Santa Comunione è data sulla mano al fedele rigidamente in piedi, perché risorto. Giustizia e misericordia sono poste l’una contro l’altra e la penitenza scompare per fare posto alla festa. Una festa e una gioia, però, che senza essere lavate nel Sangue di Cristo risultano vuote. Come vuote sono molte nostre parrocchie.

Buona visione!

Video-catechesi di P. Serafino M. Lanzetta sul diavolo in relazione al problema del male.

Se il male è una privazione di bene, allora il diavolo cos’è? Oppure, con Sant’Agostino, se il diavolo è l’autore del male, da dove viene il diavolo? Ammettere il male come entità in sé, conduce o a ritenere che il diavolo sia un Dio malvagio ed eterno, nemico del Dio buono, oppure che, quantunque entità creata e finita, sia comunque voluta da Dio. Quindi in ultima analisi Dio sarebbe l’autore del male. Il male in sé non esiste, ma è solo un’assenza di bene. Il diavolo è una creatura buona che si è ribellata a Dio e perciò è divenuta malvagia. Il peccato è la radice di questa perversione della libertà, sia nel diavolo che nell’uomo. È rassicurante tuttavia il fatto che satana è un essere finito, perciò un problema limitato. Se viviamo in Dio, la sua insidia diabolica diventa un aiuto spirituale: ci spinge a vivere da veri cristiani, armati di fede, speranza e carità. Cioè ad essere santi.

Buona visione!

In una video-catechesi, P. Serafino M. Lanzetta affronta un problema cruciale della teologia: il rapporto tra la volontà di Dio e l’esistenza del male fisico e morale.

Dio è causa della malattia, della sofferenza o della morte? Dio è responsabile del male morale che devasta le coscienze? Qual è dunque il giusto rapporto tra Dio e il mistero del male, così da dare una chiara risposta anche al problema presente della pandemia causata dal Coronavirus. Se Dio è tenuto fuori da tutto ciò che accade, al fine di “salvaguardare” la sua innocenza e per non lasciare che gli uomini inveiscano contro di Lui, o, se per giustificare la sua presenza in situazioni dolorose lo si lascia soffrire con noi e come noi, allora chi ci libera dalla sofferenza? La scienza e la tecnologia che ormai si sono sostituite alla fede e alla teologia. Questo però provoca un mondo (e una Chiesa) ancora più secolarizzati e non amici dell’uomo.

Buona visione

Serafino M. Lanzetta, Semper Virgo. La Verginità di Maria come forma, Casa Mariana Editrice, Frigento 2019.

Ascolta l’audio-presentazione del libro:

Siamo preda di un amorfismo contagioso che diluisce i misteri della fede nel flusso del tutt’uguale. Abbiamo perso la forma, cioè quel principio che determina l’essenza di una cosa e che la specifica distinguendola da tutte le altre. L’invito ad essere perfetti è rivolto a tutti, però abbiamo dimenticato che c’è una gerarchia negli stati di vita del cristiano. Così il matrimonio e la vita consacrata, livellati per invitare tutti alla santità, versano entrambi in una crisi profonda. Crisi che non risparmia neppure il celibato, soggetto ormai alle trasformazioni epicuree del tempo. La soluzione è Maria Vergine. La sua perpetua verginità è la forma originaria che ha plasmato Cristo e in Lui ogni cristiano e ogni vocazione cristiana.

In vendita in tutte le librerie e sui negozi on-line.

Serafino M. Lanzetta, Fatima un appello al cuore della Chiesa. Teologia della storia e spiritualità oblativa, Casa Mariana Editrice, Frigento 2017.

Ascolta l’audio-presentazione del libro:

L’evento-Fatima ha segnato l’inizio di un cammino rinnovato per tutta la Chiesa: la Bianca Signora, venuta dal Cielo a parlarci attraverso i tre umili Pastorelli, ha ridetto al XX secolo e all’uomo di oggi la verità del Vangelo di sempre, ma con una particolarità, calandola nella storia. Gli eventi soprannaturali – riconosciuti tali dall’approvazione della Chiesa – hanno confermato i fatti storici e la storia è stata letta dalla Vergine stessa alla luce di Dio.

Nel maggio 2010 il Santo Padre Benedetto XVI si recò a Fatima, allargando ulteriormente gli orizzonti spirituali del Messaggio di Fatima. Si opinava, infatti, che con la rivelazione della terza parte del Segreto – avvenuta nel 2000 – la profezia di Fatima fosse ormai conclusa. Il Santo Padre Benedetto XVI, invece, ha affermato che Fatima è un messaggio ancora aperto, una profezia che deve ancora realizzarsi completamente. La Madonna di Fatima chiede la consacrazione al suo Cuore Immacolato come rifugio per salvare noi e tutte le anime dalla morte eterna.

In vendita in tutte le librerie e sui negozi on-line.

Serafino M. Lanzetta, Secundum Cor Mariae. Esercizi spirituali ai sacerdoti, Cantagalli, Siena 2019.

Ascolta l’audio-presentazione del libro:

Questo libro è il frutto di un corso di Esercizi Spirituali che padre Serafino Lanzetta ha predicato ai sacerdoti, presso la Casa di Esercizi dei PP. Passionisti, a Roma.

Un itinerario spirituale alla riscoperta della grandezza del dono del sacerdozio e delle inestimabili ricchezze che esso riversa su chi compie la scelta di essere sacerdote, non solo in virtù del sacramento ricevuto, ma anche e soprattutto con tutta l’esistenza trasfigurata da questo mistero.

In una parola: desiderare di avere il Cuore di Maria per accogliere il Cuore sacerdotale di Gesù, farlo proprio e così essere pienamente suoi. Desiderare di essere secundum Cor Mariae per essere pienamente secundum Cor Iesu.

In vendita in tutte le librerie e sui negozi on-line.

The shepherds were given a “sign” by the Angel in order to know that the Saviour, Christ the Lord, was born. “You shall find the Infant wrapped in swaddling clothes who lays in a manger” (Lk 2:12), said the Angel. The Evangelist says also that when the shepherds arrived to Bethlehem found “Mary and Joseph and the Infant laying in the manger” (Lk 2:16). Only seeing through the presence of Mary and Joseph the revelation of the Baby becomes clear. The shepherds ‘saw’ first of all the virginity of Mary and the way Joseph was adoring the Baby. Then they were able to understand the sign and adore themselves Jesus the Lord.

Listen to Fr Serafino M. Lanzetta’s podcast on this topic:

By Fr Serafino M. Lanzetta

The key-concept to explain the mystery of the Immaculate Conception is fittingness. To it authors have made reference, even centuries before the dogma was proclaimed in 1854 by Bl. Pius IX. It is well known how Duns Scotus was able to prove his arguments in favour of the Immaculate Conception during his public debate at the Sorbonne University, summarizing it this way: “potuit, decuit ergo fecit”; God could make his Mother Immaculate, it was fitting and so did He. Fittingness is the bond that unites possibility to actuality. Because it was supremely convenient that a woman was exempted from original sin in order to become the Mother of the Saviour, God granted Her such a privilege.

Fittingness is linked with God’s goodness and love. In His providential plan of salvation for mankind, the Father foresaw in Christ – to be incarnate even if Adam had not sinned, says the Franciscan School, since Christ is not dependent on Adam’s sin but on the Father’s love for us as the first born of all creation – the existence of a Lady who had to be made ever pure, all holy, to be the worth dwelling place of God on earth. The convenience that such a privilege could enrich Our Lady is understandable because ultimately God’s love is poured out over all creation and over all men. If God had not wanted to save mankind, He would not have even created it, and if He had not wanted to send His Son to be incarnate in the fullness of time, He would not have made all things that were made. All has been planned and created in view of Christ. Together with Him and immediately after Him there is Our Lady, the Immaculate Conception.

Beside this fittingness there is also another important concept to consider: Our Lady’s freedom from sin. Here we come to the very core of the mystery. If She is free from original sin and from actual sin, therefore Her freedom is perfect. However, in considering this perfection of freedom – Her Yes to God, several objections might easily be raised. Our Lady may easily be seen as a person in whom everything is to happen as it turned out. Hence, in Her there would be no place for true freedom. For us freedom is above all choosing what we hold as good. Our Lady seems not to have had this freedom, then She would no longer be a creature, but what Catholics love to do, a sort of “divine creature”. But central here is the question: what is then freedom?

For us mortal creatures, freedom is normally the capacity of doing something, of choosing what we wish to have, etc. Some examples to simplify. Freedom is for instance to choose how many sugars I want in my tea, or the fact that I must have a wireless connection everywhere I go, although recent studies say that people start to panic when there isn’t any. Not always this only way to understand freedom is healthy. More than considering freedom as the power of, we should consider freedom as being free from something, the liberty from coercion in order to exercise my freedom. This is first of all an interior freedom, especially from sin and disordered passions that drive a person away from the right path of freedom. Jesus says clearly in the Gospel that the one who “commits sin is the servant of sin” (cf. John 8:34).

With the “freedom from” there is also another aspect of freedom to consider – its purpose in being free. This is a “freedom for”. Only if we are free to act when nothing is constraining us (spiritual or material), we are able to choose. “Freedom for” is not only the capacity to choose a cup of tea or a cup of coffee – the indeterminacy of my will – but the ability to choose what is the good that morally can enhance my life. “Freedom for” is the completion of my freedom in choosing good and rejecting evil. This is also the responsibility of my being free. My freedom can never harm another person, but has necessarily to meet the needs of my neighbour or those of the community or society in which I live. Freedom can never be capricious, but it is rather a responsibility for the good of many, all those people that my freedom encounters.

In order to understand more Our Lady’s perfect freedom, we can propose two questions:
a) Was Our Lady free in responding to the Angel at the moment of the Annunciation? We would definitely say yes.
b) But, was Our Lady free to say no to the Angel? Here we normally would also answer yes, because in our human experience of freedom, Our Lady could say also “no” in order to be truly free. This is because we forget the “freedom from” and generally understand freedom only as a “freedom for”, or better a “freedom of” doing or choosing. To say yes to God is freedom in full. Outside this freedom for good and for God there is no true freedom but its indeterminacy.

Let us ask this again: can a person be truly free renouncing good, saying no to God, the supreme good? A sinful person can say also no to God – this is our daily experience. But Our Lady is the Immaculate Conception. In Her there is of course the possibility to choose, but in no way She could choose against God. At the Annunciation, She had already made a great choice: She preferred virginity – a superior and grater good in relation to marriage – to even becoming the Mother of the Saviour, if that was meant to happen in an ordinary way. Only once reassured by the Angel that the conception of the Messiah would be virginal, She pronounced her Fiat to God (cf. Lk 1:30-38). Her whole being is a ‘Yes’ to God. She was created to make our own freedom true and lasting by setting for us an admirable example of being truly free in God. She is that Eden that was never violated by man’s sin and disobedience.

We should admit that in looking at Our Blessed Mother we are sometimes caught up in jealousy. We have lost the gift to use our freedom properly, while Mary has kept it by God’s unique grace. More than the problem of mediation – that in a protestant context would exclude radically Mary from holding a privileged role beside Christ, being one with Him in our Redemption – the rejection of Mary and Mariology seems to lie in a diabolic jealousy of Her perfect freedom. The response of Luther was the denial of freedom us such. Dreaming of a lost paradisiac condition, without accepting the remedy offered to us by the Redeemer, leads us to engage a battle against God and His Masterpiece of freedom, the Immaculate Conception.

Yet, in Mary’s perfect freedom, God shows us what He intended to make when the world was created. Despite Adam’s sin, God has won in Mary: his creation is inviolate, immaculate. In Mary we know what we were meant to be and what we can become. In Her, God gave us the sign of what will be at the end of time, when the whole creation will be delivered from corruption and will shine immaculate as a Bride ready for the Bridegroom. Our Lady is indeed a sign of God’s goodness and love.