Tracce di esoterismo nella Libera Muratoria inglese del XVIII secolo - Terza parte
di Padre Paolo M. Siano, FI, – Anno XVIII. 1-2023 – sez. Historica – p. 15-100
L’Autore esamina altri testi massonici inglesi della seconda metà del XVIII secolo, tra cui un rituale per donne massone e un giornale massonico. Nel complesso, la Cultura Massonica della Gran Loggia d’Inghilterra del XVIII secolo comprende: una sorta di magia rituale, riferimenti elogiativi a Cabala ebraica, a Ermete Trismegisto, agli antichi Druidi, ai Pitagorici, agli Angeli… La Massoneria inglese del XVIII secolo è una forma di Gnosi (“Conoscenza”) operante una ritualità sovra-confessionale e sovra-religiosa essenzialmente magica.
- GEORGE SMITH (PROV.GR.MASTER): THE USE AND ABUSE OF MASONRY (1783)
Nel 1783 a Londra viene pubblicato il libro The Use and Abuse of Masonry, A Work of the greatest Utility to the Brethren of the Society, to Mankind in General, and to the Ladies in particular scritto dal Capitano George Smith, Ispettore della Royal Military Academy di Woolwich e Provincial Grand Master [Grand Lodge of England] del Kent e Royal Arch («R.A.»). Smith dedica il suo libro a Federico II Re di Prussia e «Protector of Free-Masons» (cf pp. v-vi).
Ecco il frontespizio del libro in cui si vedono tre cerchi convergenti in un triangolo con tre lettere dell’alfabeto ebraico e le parole («Spiritus», «Jehovah», «Elijah», «Elohium Fiat»):
17.1. Maestri Massoni, Druidi, Cabala
Anche Bro. Smith (come già il massone William Hutchinson1) parla dei tre stadi della Massoneria: 1°) lo stadio delle origini; 2°) l’epoca del Tempio di Salomone; 3°) il Cristianesimo.
Circa il 3° stadio, corrispondente al 3° grado di Maestro Massone, Smith scrive che I massoni del Terzo Grado sono cristiani e sono elevati dalla tomba della trasgressione [la tomba di Hiram]:
«The members of our society at this day, in the third stage of masonry, confess themselves to be Christians: the veil of the temple is rent; the builder is smitten, and we are raised from the tomb of transgression»2.
Smith afferma che le parti migliori dei riti Druidici sono custoditi negli usi e cerimonie dei Massoni:
«The titles therefore of Mason and Masonry most probably were derived from the Greek language, as the Greek idiom is adopted by them in many instances. The Druids, when they committed any thing to writing, used the Greek alphabet; and I am bold to assert, the most perfect remains of the Druids rites and ceremonies are preserved in the customs and ceremonies of Masons, that are to be found existing among mankind»3 .
Circa la Massoneria al tempo di Re Salomone e del suo Tempio4, Smith accenna alla Cabala ebraica: «Thus the center of union among Free-masons was firmly fixed; their Cabala* regulated and established; and their principles directed to the excellent purposes of their original intention»5.
E nella nota con *, Smith scrive: «* Cabala, from the Hebrew קבלה, a secret science of the ancient Jews»6.
17.2. La Pietra discesa dall’Alto… Gran Loggia=Mondo… Angeli massonici
Smith espone in sintesi la Cerimonia della Posa della Prima Pietra («Ceremony observed at laying the Foundation Stone of FREE-MASONS HALL») di Freemasons’ Hall in Great Queen Street (Londra), avvenuta il 1° maggio 1775 ad opera dell’allora Gran Maestro della Grand Lodge of England, Lord Pretre, alla presenza di circa 400 massoni e 160 signore. La cerimonia avviene con una solenne processione massonica: Gran Maestro, Grandi Ufficiali di Gran Loggia, Gran Maestri Provinciali, ecc7 . Il Gran Segretario legge ad alta voce l’iscrizione sulla targa posta nella pietra di fondamento («the grand-secretary read aloud the following inscription, which was engraved on a plate, and deposited within the foundation stone»8).
Riporto alcuni brani dell’iscrizione in latino:
«Hunc Primum Lapidem Aulae Latomorum (Anglicè, Free and Accepted Masons) Posuit Honoratissumus Rob. Edv. Dom. PETRE, Baro PETRE de Writtle, Summus Latomorum Angliae Magister; Affidentibus Viro Ornatissimo Rowlando Holt, Armigero, Summi Magistri Deputato; Viris Ornatissimis Joh. Hatch et Hen. Dagge, Summis Gubernatoribus; […] E Coelo descendit. I N Ω θ Ι Σ Ε Α Y Τ Ο Ν»9.
Il Gran Segretario ha letto anche la traduzione inglese di quella iscrizione. Mi limito a riportare la traduzione delle ultime parole, riguardanti appunto «The First Stone of Masons-hall»: «From Heaven it descended. KNOW THYSELF»10.
Dunque, secondo l’iscrizione massonica, quella Pietra di Fondamento della Sede di Gran Loggia è discesa dal Cielo… Segue poi l’iscrizione Conosci te stesso, tipica degli Antichi Misteri greci… In questo caso è legittimo sospettare un riferimento alla GNOSI…
Posta la Pietra, secondo le formalità massoniche, viene poi cantato un inno composto dal massone Henry Dagge esq.:
«To Heav’n’s high Architect all praise, / All praise, all gratitude be given, / Who deign’d the human soul to raise, / By mystic secrets sprung from Heav’n; /
CHORUS. Thrice repeated.
Sound aloud the great JEHOVAH’s praise, / To him the dome, the temple raise»11.
Smith riporta anche l’orazione di Mr. Bottomley per la posa della Pietra di Fondamento («Mr. Bottomley’s oration at laying the foundation stone»: pp. 86-97). Smith scrive che «brother Bottomley» era «master of the stewards lodge» (p. 86).
Il massone Bottomley comincia col dire che l’umanità, avendo perduto la propria innocenza e gli speciali favori del Creatore, per proteggersi dall’inclemenza delle Stagioni e dalle bestie selvatiche, ha sentito l’esigenza di costruirsi luoghi sicuri. Così venne la scienza universale della Massoneria, ossia l’arte della costruzione («the universal science of Freemasonry», «the art of building»)12. Bottomley osserva che le grandiose costruzioni erano così utili a chi voleva perseguire un fine, che esse sono state comuni a numerose società, sia militari che scientifiche, sia militari che commerciali. Bottomley osserva che tale utilità fu scoperta nei giorni in cui Nimrod fece costruire la Torre di Babele («“Let us build us a city and tower – “Let us make us a name – lest we be scattered abroad”»)13.
Poi Bottomley scrive che anche i massoni hanno voluto edificarsi un luogo dove potersi riunire. La Massoneria unisce uomini di tutte le persuasioni religiose… L’amicizia li unisce…:
«MASONRY expands, itself to all of every party – of every people – preserves good fellowship, on the broad bottom of good manners and good morals. Men of all persuasions may here unite, hold intercourse and friendyship – assist and be assisted by each other: and herein is it as some have sung, no unfit “type for future bliss,” agreeable to the celebrated Young in his description of the heirs of future bliss; “Christians and Jews, and Turks and Pagans stand / One blended throng, one undistinguished band”. Friendship, that heaven-born passion, unites us to each other, and levels an distinction»14.
Un anno dopo, il 23 maggio 1776, avviene la solenne dedicazione della suddetta Freemasons’ Hall in Great Queen Street (London), anche questa presieduta dal Gran Maestro Lord Pretre, alla presenza di Grandi Ufficiali, di ex Grandi Ufficiali di Gran Loggia, di molti eminenti e distinti massoni, e di 200 signore15. Per l’occasione, viene eseguito un nuovo inno composto da un massone della Royal Alfred Lodge di Oxford (pp. 128ss: «New Ode, by a member of the Royal Alfred Lodge at Oxford, as performed at the dedication of Free-masons Hall»: tale titolo è a p. xxi «Contents»). Nel testo di quella «New Ode» si parla degli angeli, figli del mattino, spiriti puri («sons of the morn», «spirits pure») che lodano l’alba della creazione compiuta dall’Onnipotente («That hymn’d creation’s natal day», «Th’ Almighty»), benedicono la Parola onnipotente («Bless’d the great omnific word»)16.
L’inno accenna ai massoni («Brethren») vestiti di bianchi grembiuli («white rob’d train»: nella nota * a p. 129 si legge: «Alluding to the Brethren in their white aprons, &c.») che si preparano, dinanzi al mistico santuario («mystich shrine»), a compiere i loro sacri riti («the holy rites»)17.
Smith riporta anche la lettera che l’anonimo autore di quell’inno («Explanation of the same Ode, by the author», leggiamo nei «Contents», p. xxii) ha indirizzato a James Hesseltine (l’allora «the Grand Secretary»18 della Grand Lodge of England).